Capo I – Titolo X – Libro Primo – Codice Civile

Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 262

(aggiornato 2020)

LIBRO PRIMO
DELLE PERSONE E DELLA FAMIGLIA

TITOLO X
DELLA TUTELA E DELL’EMANCIPAZIONE

CAPO I
Della tutela dei minori

Articolo 343
Apertura della tutela.

Se entrambi i genitori sono morti o per altre cause non possono esercitare la responsabilità genitoriale, si apre la tutela presso il tribunale del circondario dove e’ la sede principale degli affari e interessi del minore. (1) (2)

Se il tutore e’ domiciliato o trasferisce il domicilio in altro circondario, la tutela può essere ivi trasferita con decreto del tribunale. (3)

(1) Le parole “la pretura del mandamento” sono sostituite dalle parole “il tribunale del circondario” dall’art. 139, D.Lgs. 19 febbraio 1998, n. 51.
(2) Le parole “potestà dei genitori” sono sostituite dalle parole “responsabilità genitoriale” dall’art. 56 D.Lgs. 28 dicembre 2013, n. 154.
(3) La parola “mandamento” è sostituita dalla parola “circondario” dall’art. 139, D.Lgs. 19 febbraio 1998, n. 51

Sezione I
Del giudice tutelare

Articolo 344
Funzioni del giudice tutelare.

Presso ogni tribunale il giudice tutelare soprintende alle tutele e alle curatele ed esercita le altre funzioni affidategli dalla legge. (1)

Il giudice tutelare puo’ chiedere l’assistenza degli organi della pubblica amministrazione e di tutti gli enti i cui scopi corrispondono alle sue funzioni.

(1) La parola ” pretura” è sostituita dalla parola ” tribunale” dall’art. 140, D.Lgs. 19 febbraio 1998, n. 51

Sezione II
Del tutore e del protutore

Articolo 345.
Denunzie al giudice tutelare.

L’ufficiale dello stato civile, che riceve la dichiarazione di morte di una persona la quale ha lasciato figli in eta’ minore ovvero la dichiarazione di nascita di un figlio di genitori ignoti, e il notaio, che procede alla pubblicazione di un testamento contenente la designazione di un tutore o di un protutore, devono darne notizia al giudice tutelare entro dieci giorni.

Il cancelliere, entro quindici giorni dalla pubblicazione o dal deposito in cancelleria, deve dare notizia al giudice tutelare delle decisioni dalle quali derivi l’apertura di una tutela.

I parenti entro il terzo grado devono denunziare al giudice tutelare il fatto da cui deriva l’apertura della tutela entro dieci giorni da quello in cui ne hanno avuto notizia. La denunzia deve essere fatta anche dalla persona designata quale tutore o protutore entro dieci giorni da quello in cui ha avuto notizia della designazione.

Articolo 346.
Nomina del tutore e del protutore.

Il giudice tutelare, appena avuta notizia del fatto da cui deriva l’apertura della tutela, procede alla nomina del tutore e del protutore.

Articolo 347
Tutela di piu’ fratelli.
(1)

E’ nominato un solo tutore a piu’ fratelli e sorelle, salvo che particolari circostanze consiglino la nomina di piu’ tutori. Se vi e’ conflitto di interessi tra minori soggetti alla stessa tutela, il giudice tutelare nomina ai minori un curatore speciale.

(1) Articolo così sostituito dall’art. 160 della Legge 19 maggio 1975 n. 151.

Articolo 348
Scelta del tutore.

Il giudice tutelare nomina tutore la persona designata dal genitore che ha esercitato per ultimo la patria potesta’. La designazione puo’ essere fatta per testamento, per atto pubblico o per scrittura privata autenticata. (1)

Se manca la designazione ovvero se gravi motivi si oppongono alla nomina della persona designata, la scelta del tutore avviene preferibilmente tra gli ascendenti o tra gli altri prossimi parenti o affini del minore, i quali, in quanto sia opportuno, devono essere sentiti.

Il giudice, prima di procedere alla nomina del tutore, dispone l’ascolto del minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di eta’ inferiore ove capace di discernimento. (2)

In ogni caso la scelta deve cadere su persona idonea all’ufficio, di ineccepibile condotta, la quale dia affidamento di educare e istruire il minore conformemente a quanto e’ prescritto nell’art. 147.

(Omissis) (3)

(1) Le parole “potestà dei genitori” sono sostituite dalle parole “responsabilità genitoriale” dall’art. 57, comma 1, lettera a), D.Lgs. 28 dicembre 2013, n. 154.
(2) Questo comma è stato così sostituito dall’art. 57, comma 1, lettera b), D.Lgs. 28 dicembre 2013, n. 154.
(3) Questo comma è stato abrogato dall’art. 1, R.D.L. 20 gennaio 1944, n. 25, e e dall’art. 3 del D. Lgs. Lgt. 14 settembre 1944 n. 287

Articolo 349
Giuramento del tutore.

Il tutore, prima di assumere l’ufficio, presta davanti al giudice tutelare giuramento di esercitarlo con fedelta’ e diligenza.

Articolo 350
Incapacita’ all’ufficio tutelare.

Non possono essere nominati tutori e, se sono stati nominati, evono cessare dall’ufficio:
1) coloro che non hanno la libera amministrazione del proprio patrimonio;
2)coloro che sono stati esclusi dalla tutela per disposizione scritta del genitore il quale per ultimo ha esercitato la responsabilità genitoriale; (1)
3)coloro che hanno o sono per avere o dei quali gli ascendenti, i discendenti o il coniuge hanno o sono per avere col minore una lite, per effetto della quale puo’ essere pregiudicato lo stato del minore o una parte notevole del patrimonio di lui;
4) coloro che sono incorsi nella perdita della patria potesta’ o nella decadenza da essa, o sono stati rimossi da altra tutela;
5) il fallito che non e’ stato cancellato dal registro dei falliti.

(1) Le parole “potestà dei genitori” sono sostituite dalle parole “responsabilità genitoriale” dall’art. 58, D.Lgs. 28 dicembre 2013, n. 154.

Articolo 351
Dispensa dall’ufficio tutelare.

Sono dispensati dall’ufficio di tutore:
1) [i Principi della Famiglia Reale, salve le disposizioni che regolano la tutela dei Principi della stessa Famiglia;]
2) il Presidente del Consiglio dei Ministri;
3) i membri del Sacro Collegio;
4) i Presidenti delle Assemblee legislative;
5) i Ministri Segretari di Stato.

Le persone indicate nei numeri 2, 3, 4 e 5 possono far noto al giudice tutelare che non intendono valersi della dispensa.

(1) Il numero: “1)” è da ritenersi abrogato a seguito dell’entrata in vigore della Costituzione Italiana.

Articolo 352
Dispensa su domanda.

Hanno diritto di essere dispensati su loro domanda dall’assumere o
dal continuare l’esercizio della tutela:
1) i grandi ufficiali dello Stato non compresi nell’articolo precedente;
2) gli arcivescovi, i vescovi e i ministri del culto aventi cura d’anime;
3) [le donne;] (1)
4) i militari in attivita’ di servizio;
5) chi ha compiuto gli anni sessantacinque;
6) chi ha piu’ di tre figli minori;
7) chi esercita altra tutela;
8) chi e’ impedito di esercitare la tutela da infermita’ permanente;
9) chi ha missione dal Governo fuori della Repubblica o risiede per
ragioni di pubblico servizio fuori della circoscrizione del tribunale
dove e’ costituita la tutela.

(1) Numero abrogato dall’art. 161 della Legge 19 maggio 1975 n. 151.

Articolo 353
Domanda di dispensa.

La domanda di dispensa per le cause indicate nell’articolo precedente deve essere presentata al giudice tutelare prima della prestazione del giuramento, salvo che la causa di dispensa sia sopravvenuta.

Il tutore e’ tenuto ad assumere e a mantenere l’ufficio fino a quando la tutela non sia stata conferita ad altra persona.

Articolo 354
Tutela affidata a enti di assistenza.

La tutela dei minori, che non hanno nel luogo del loro domicilio parenti conosciuti o capaci di esercitare l’ufficio di tutore, puo’ essere deferita dal giudice tutelare a un ente di assistenza nel comune dove ha domicilio il minore o all’ospizio in cui questi e’ ricoverato. L’amministrazione dell’ente o dell’ospizio delega uno dei propri membri a esercitare le funzioni di tutela.

E’ tuttavia in facolta’ del giudice tutelare di nominare un tutore al minore quando la natura o l’entita’ dei beni o altre circostanze lo richiedono.

Articolo 355
Protutore.

Sono applicabili al protutore le disposizioni stabilite per il tutore in questa sezione.

Non si nomina il protutore nei casi contemplati nel primo comma dell’art. 354.

Articolo 356
Donazione o disposizione testamentaria a favore del minore.

Chi fa una donazione o dispone con testamento a favore di un minore, anche se questi e’ soggetto alla patria potesta’, puo’ nominargli un curatore speciale per l’amministrazione dei beni donati o lasciati. (1)

Se il donante o il testatore non ha disposto altrimenti, il curatore speciale deve osservare le forme stabilite dagli articoli 374 e 375 per il compimento di atti eccedenti l’ordinaria amministrazione.

Si applica in ogni caso al curatore speciale l’art. 384.

(1) Le parole “potestà dei genitori” sono sostituite dalle parole “responsabilità genitoriale” dall’art. 59, D.Lgs. 28 dicembre 2013, n. 154 a decorrere dal 7 febbraio 2014.

Sezione III
Dell’esercizio della tutela

Articolo 357
Funzioni del tutore.

Il tutore ha la cura della persona del minore, lo rappresenta in tutti gli atti civili e ne amministra i beni.

Articolo 358
Doveri del minore.

Il minore deve rispetto e obbedienza al tutore. Egli non puo’ abbandonare la casa o l’istituto al quale e’ stato destinato, senza il permesso del tutore.

Qualora se ne allontani senza permesso, il tutore ha diritto di richiamarvelo, ricorrendo, se e’ necessario, al giudice tutelare.

Articolo 359
Cattiva condotta del minore.
(1)

[Il tutore che non riesce a frenare la cattiva condotta del minore, salva l’applicazione delle norme contenute nelle leggi speciali, ne riferisce al presidente del tribunale. Questi sentito il minore e, potendo, il protutore e qualche prossimo parente o affine e assunte informazioni può ordinare il collocamento del minore in un istituto di correzione.

Contro il decreto del presidente del tribunale è ammesso ricorso al presidente della corte di appello, che provvede sentito il pubblico ministero.]

(1) Articolo abrogato dall’art. 162 della Legge 19 maggio 1975 n. 151.

Articolo 360
Funzioni del protutore.

Il protutore rappresenta il minore nei casi in cui l’interesse di questo e’ in opposizione con l’interesse del tutore.

Se anche il protutore si trova in opposizione d’interessi col minore, il giudice tutelare nomina un curatore speciale.

Il protutore e’ tenuto a promuovere la nomina di un nuovo tutore nel caso in cui il tutore e’ venuto a mancare o ha abbandonato l’ufficio. Frattanto egli ha cura della persona del minore, lo rappresenta e puo’ fare tutti gli atti conservativi e gli atti urgenti di amministrazione.

Articolo 361
Provvedimenti urgenti.

Prima che il tutore o il protutore abbia assunto le proprie funzioni, spetta al giudice tutelare di dare, sia d’ufficio sia su richiesta del pubblico ministero, di un parente o di un affine del minore, i provvedimenti urgenti che possono occorrere per la cura del minore o per conservare e amministrare il patrimonio. Il giudice puo’ procedere, occorrendo, all’apposizione dei sigilli, nonostante qualsiasi dispensa.

Articolo 362
Inventario.

Il tutore, nei dieci giorni successivi a quello in cui ha avuto legalmente notizia della sua nomina, deve procedere all’inventario dei beni del minore, nonostante qualsiasi dispensa.

L’inventario deve essere compiuto nel termine di trenta giorni, salva al giudice tutelare la facolta’ di prorogare il termine se le circostanze lo esigono.

Articolo 363
Formazione dell’inventario.

L’inventario si fa col ministero del cancelliere del tribunale o di un notaio a cio’ delegato dal giudice tutelare, con l’intervento del protutore e, se e’ possibile, anche del minore che abbia compiuto gli anni sedici, e con l’assistenza di due testimoni scelti preferibilmente fra i parenti o gli amici della famiglia. (1)

Il giudice puo’ consentire che l’inventario sia fatto senza ministero di cancelliere o di notaio, se il valore presumibile del patrimonio non eccede gli € 7,75.

L’inventario e’ depositato presso il tribunale.(2)

Nel verbale di deposito il tutore e il protutore ne dichiarano con giuramento la sincerita’.

(1) Le parole “della pretura” sono sostituite dalle parole “del tribunale” dall’art. 141 comma 1, del D.lgs. 19 febbraio 1998, n. 51.
(2) Le parole “la pretura” sono sostituite dalle parole “il tribunale” dall’art. 141 comma 2, del D.lgs. 19 febbraio 1998, n. 51.

Articolo 364
Contenuto dell’inventario.

Nell’inventario si indicano gli immobili, i mobili, i crediti e i debiti e si descrivono le carte, note e scritture relative allo stato attivo e passivo del patrimonio, osservando le formalita’ stabilite nel codice di procedura civile.

Articolo 365
Inventario di aziende.

Se nel patrimonio del minore esistono aziende commerciali o agricole, si procede con le forme usate nel commercio o nell’economia agraria alla formazione dell’inventario dell’azienda, con l’assistenza e l’intervento delle persone indicate nell’art. 363. Questi particolari inventari sono pure depositati presso il tribunale e il loro riepilogo e’ riportato nell’inventario generale. (1)

(1) Le parole “la pretura” sono sostituite dalle parole “il tribunale” dall’art. 141 comma 2, del D.lgs. 19 febbraio 1998, n. 51.

Articolo 366
Beni amministrati da curatore speciale.

Il tutore deve comprendere nell’inventario generale del patrimonio del minore anche i beni, la cui amministrazione e’ stata deferita a un curatore speciale. Se questi ha formato un inventario particolare di tali beni, deve rimetterne copia al tutore, il quale lo unira’ all’inventario generale.

Il curatore deve anche comunicare al tutore copia dei conti periodici della sua amministrazione, salvo che il disponente lo abbia esonerato.

Articolo 367
Dichiarazione di debiti o crediti del tutore.

Il tutore, che ha debiti, crediti o altre ragioni verso il minore, deve esattamente dichiararli prima della chiusura dell’inventario. Il cancelliere o il notaio hanno l’obbligo di interpellarlo al riguardo.

Nel caso d’inventario senza opera di cancelliere o di notaio, il tutore e’ interpellato dal giudice tutelare all’atto del deposito.

In ogni caso si fa menzione dell’interpellazione e della dichiarazione del tutore nell’inventario o nel verbale di deposito.

Articolo 368
Omissione della dichiarazione.

Se il tutore, conoscendo il suo credito o le sue ragioni, espressamente interpellato non li ha dichiarati, decade da ogni suo diritto.

Qualora, sapendo di essere debitore, non abbia dichiarato fedelmente il proprio debito, puo’ essere rimosso dalla tutela.

Articolo 369
Deposito di titoli e valori.

Il tutore deve depositare il denaro, i titoli di credito al portatore e gli oggetti preziosi esistenti nel patrimonio del minore presso un istituto di credito designato dal giudice tutelare, salvo che questi disponga diversamente per la loro custodia.

Non e’ tenuto a depositare le somme occorrenti per le spese urgenti di mantenimento e di educazione del minore e per le spese di amministrazione.

Articolo 370
Amministrazione prima dell’inventario.

Prima che sia compiuto l’inventario, l’amministrazione del tutore deve limitarsi agli affari che non ammettono dilazione.

Articolo 371
Provvedimenti circa l’educazione e l’amministrazione.

Compiuto l’inventario, il giudice tutelare, su proposta del tutore e sentito il protutore, delibera:
1) sul luogo dove il minore deve essere cresciuto e sul suo avviamento agli studi o all’esercizio di un’arte, mestiere o professione, disposto l’ascolto dello stesso minore che abbia compiuto gli anni dieci e anche di eta’ inferiore ove capace di discernimento e richiesto, quando opportuno, l’avviso dei parenti prossimi; (1)
2) sulla spesa annua occorrente per il mantenimento e l’istruzione del minore e per l’amministrazione del patrimonio, fissando i modi d’impiego del reddito eccedente;
3) sulla convenienza di continuare ovvero alienare o liquidare le aziende commerciali, che si trovano nel patrimonio del minore, e sulle relative modalita’ e cautele.

Nel caso in cui il giudice stimi evidentemente utile per il minore la continuazione dell’esercizio dell’impresa, il tutore deve domandare l’autorizzazione del tribunale. In pendenza della deliberazione del tribunale il giudice tutelare puo’ consentire l’esercizio provvisorio dell’impresa.

(1) Numero così sostituito dall’art. 60, comma 1, D.Lgs. 28 dicembre 2013, n. 154, a decorrere dal 7 febbraio 2014.

Articolo 372
Investimento di capitali.

I capitali del minore devono, previa autorizzazione del giudice tutelare, essere dal tutore investiti:
1) in titoli dello Stato o garantiti dallo Stato;
2) nell’acquisto di beni immobili posti nella Repubblica; (1)
3) in mutui garantiti da idonea ipoteca sopra beni posti nella Repubblica, o in obbligazioni emesse da pubblici istituti autorizzati a
esercitare il credito fondiario;
4) in depositi fruttiferi presso le casse postali o presso altre casse di risparmio o monti di credito su pegno. Il giudice, sentito il tutore e il protutore, puo’ autorizzare il deposito presso altri istituti di credito, ovvero, per motivi particolari, un investimento diverso da quelli sopra indicati.

Articolo 373
Titoli al portatore.

Se nel patrimonio del minore si trovano titoli al portatore, il tutore deve farli convertire in nominativi, salvo che il giudice tutelare disponga che siano depositati in cauta custodia.

Articolo 374
Autorizzazione del giudice tutelare.

Il tutore non puo’ senza l’autorizzazione del giudice tutelare:
1) acquistare beni, eccettuati i mobili necessari per l’uso del minore, per l’economia domestica e per l’amministrazione del patrimonio;
2) riscuotere capitali, consentire alla cancellazione di ipoteche o allo svincolo di pegni, assumere obbligazioni, salvo che queste riguardino le spese necessarie per il mantenimento del minore e per l’ordinaria amministrazione del suo patrimonio;
3) accettare eredita’ o rinunciarvi, accettare donazioni o legati soggetti a pesi o a condizioni;
4) fare contratti di locazione d’immobili oltre il novennio o che in ogni caso si prolunghino oltre un anno dopo il raggiungimento della maggiore eta’;
5) promuovere giudizi, salvo che si tratti di denunzie di nuova opera o di danno temuto, di azioni possessorie o di sfratto e di azioni per riscuotere frutti o per ottenere provvedimenti conservativi.

Articolo 375
Autorizzazione del tribunale.

Il tutore non puo’ senza l’autorizzazione del tribunale:
1) alienare beni, eccettuati i frutti e i mobili soggetti a facile deterioramento;
2) costituire pegni o ipoteche;
3) procedere a divisioni o promuovere i relativi giudizi;
4) fare compromessi e transazioni o accettare concordati.

L’autorizzazione e’ data su parere del giudice tutelare.

Articolo 376
Vendita di beni.

Nell’autorizzare la vendita di beni, il tribunale determina se debba farsi all’incanto o a trattative private, fissandone in ogni caso il prezzo minimo.

Quando nel dare l’autorizzazione il tribunale non ha stabilito il modo di erogazione o di reimpiego del prezzo, lo stabilisce il giudice tutelare.

Articolo 377
Atti compiuti senza l’osservanza delle norme dei precedenti articoli.

Gli atti compiuti senza osservare le norme dei precedenti articoli possono essere annullati su istanza del tutore o del minore o dei suoi eredi o aventi causa.

Articolo 378
Atti vietati al tutore e al protutore.

Il tutore e il protutore non possono, neppure all’asta pubblica, rendersi acquirenti direttamente o per iterposta persona dei beni e dei diritti del minore.

Non possono prendere in locazione i beni del minore senza l’autorizzazione e le cautele fissate dal giudice tutelare.

Gli atti compiuti in violazione di questi divieti possono essere annullati su istanza delle persone indicate dell’articolo precedente, ad eccezione del tutore e del protutore che li hanno compiuti.

Il tutore e il protutore non possono neppure diventare cessionari di alcuna ragione o credito verso il minore.

Articolo 379
Gratuita’ della tutela.

L’ufficio tutelare e’ gratuito.

Il giudice tutelare tuttavia, considerando l’entita’ del patrimonio e le difficolta’ dell’amministrazione, puo’ assegnare al tutore un’equa indennita’. Puo’ altresi’, se particolari circostanze lo richiedono, sentito il protutore, autorizzare il tutore a farsi coadiuvare nell’amministrazione, sotto la sua personale responsabilita’, da una o piu’ persone stipendiate.

Articolo 380
Contabilita’ dell’amministrazione.

Il tutore deve tenere regolare contabilita’ della sua amministrazione e renderne conto ogni anno al giudice tutelare.

Il giudice puo’ sottoporre il conto annuale all’esame del protutore e di qualche prossimo parente o affine del minore.

Articolo 381
Cauzione

Il giudice tutelare, tenuto conto della particolare natura ed entita’ del patrimonio, puo’ imporre al tutore di prestare una cauzione, determinandone l’ammontare e le modalita’.

Egli puo’ anche liberare il tutore in tutto o in parte dalla cauzione che avesse prestata.

Articolo 382
Responsabilita’ del tutore e del protutore.

Il tutore deve amministrare il patrimonio del minore con la diligenza del buon padre di famiglia. Egli risponde verso il minore di ogni danno a lui cagionato violando i propri doveri.

Nella stessa responsabilita’ incorre il protutore per cio’ che riguarda i doveri del proprio ufficio.

Sezione IV
Della cessazione del tutore dall’ufficio

Articolo 383
Esonero dall’ufficio

Il giudice tutelare puo’ sempre esonerare il tutore dall’ufficio, qualora l’esercizio di esso sia al tutore soverchiamente gravoso e vi sia altra persona atta a sostituirlo.

Articolo 384
Rimozione e sospensione del tutore.

Il giudice tutelare puo’ rimuovere dall’ufficio il tutore che si sia reso colpevole di negligenza o abbia abusato dei suoi poteri, o si sia dimostrato inetto nell’adempimento di essi, o sia divenuto immeritevole dell’ufficio per atti anche estranei alla tutela, ovvero sia divenuto insolvente.

Il giudice non puo’ rimuovere il tutore se non dopo averlo sentito o citato; puo’ tuttavia sospenderlo dall’esercizio della tutela nei casi che non ammettono dilazione.

Sezione V
Del rendimento del conto finale

Articolo 385
Conto finale.

Il tutore che cessa dalle funzioni deve fare subito la consegna dei beni e deve presentare nel termine di due mesi il conto finale dell’amministrazione al giudice tutelare. Questi puo’ concedere una proroga.

Articolo 386
Approvazione del conto.

Il giudice tutelare invita il protutore, il minore divenuto maggiore o emancipato, ovvero, secondo le circostanze, il nuovo rappresentante legale a esaminare il conto e a presentare le loro osservazioni.

Se non vi sono osservazioni, il giudice che non trova nel conto irregolarita’ o lacune lo approva; in caso contrario nega l’approvazione.

Qualora il conto non sia stato presentato o sia impugnata la decisione del giudice tutelare, provvede l’autorita’ giudiziaria nel contraddittorio degli interessati.

Articolo 387
Prescrizione delle azioni relative alla tutela.

Le azioni del minore contro il tutore e quelle del tutore contro il minore relative alla tutela si prescrivono in cinque anni dal compimento della maggiore eta’ o dalla morte del minore. Se il tutore ha cessato dall’ufficio e ha presentato il conto prima della maggiore eta’ o della morte del minore, il termine decorre dalla data del provvedimento col quale il giudice tutelare pronunzia sul conto stesso.

Le disposizioni di quest’articolo non si applicano all’azione per il pagamento del residuo che risulta dal conto definitivo.

Articolo 388
Divieto di convenzioni prima che sia decorso un anno dall’approvazione del conto.
(1)

Nessuna convenzione tra il tutore e il minore divenuto maggiore
puo’ aver luogo prima che sia decorso un anno dall’approvazione
del conto della tutela. (1)

La convenzione puo’ essere annullata su istanza del minore o dei
suoi eredi o aventi causa.

(1) Le parole: “prima dell’approvazione” sono sostituite dalle seguenti: “prima che sia decorso un anno dall’approvazione” dall’art. 3, comma 2, Legge 9 gennaio 2004, n. 6.

Articolo 389
Registro delle tutele.

Nel registro delle tutele, istituito presso ogni giudice tutelare, sono iscritti a cura del cancelliere l’apertura e la chiusura della tutela, la nomina, l’esonero e la rimozione del tutore e del protutore, le risultanze degli inventari e dei rendiconti e tutti i provvedimenti che portano modificazione nello stato personale o patrimoniale del minore.

Dell’apertura e della chiusura della tutela il cancelliere da’ comunicazione entro dieci giorni all’ufficiale dello stato civile per l’annotazione in margine all’atto di nascita del minore.

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